Essere grati

«La gratitudine non è solo la più grande delle virtù, ma il genitore di tutte le altre.», diceva Cicerone. L’avresti mai detto? Non l’onestà, la rettitudine, il coraggio… la gratitudine. Perché?

La verità è che la capacità di essere grati è alla base di qualunque processo di crescita. Noi oggi tendiamo ad associare la gratitudine alla riconoscenza per qualcosa di concreto che abbiamo ricevuto e che ci ha portato beneficio: un amico mi fa un regalo, gli sono grato. Il mio capo mi promuove: gli sono grato. E se il mio capo dovesse licenziarmi invece? Forse proverei emozioni non traducibili senza offendere il pudore.

Questa forma di gratitudine è rivolta verso persone e innescata da qualcosa di visibile, tangibile e intellegibile. C’è anche una forma di gratitudine ancora maggiore, una gratitudine che non ha bisogno di manifestarsi sotto forma di reazione a un gesto compiuto da un altro essere umano; una gratitudine superiore che chiameremo Gratitudine, con le G maiuscola, che scaturisce dal solo fatto di esistere.

Ti sembra troppo scontato? Eppure, già il fatto di esistere costituisce un debito che non possiamo ripagare. Ci hai mai pensato?

«Ma la mia vita fa schifo!», dirà qualcuno. Qualcun altro potrebbe dire invece che non ha scelto lui di nascere.

La questione è molto semplice. La vita va vissuta sempre come fosse un dono, come cantava Giorgio Gaber. Tutto ciò che ci capita in vita, anche ciò che noi giudichiamo negativo, ha un suo senso più alto e saperlo cogliere è una nostra precipua responsabilità.

Se mi hai seguito fin qui, allora potrai comprendere che una persona in cammino in direzione della sua evoluzione sarà in grado di ringraziare tanto perché vince alla lotteria, quanto perché gli cade una tegola in testa.

Tuttavia, bisogna anche essere capaci nella pratica di essere grati. Se ti chiedessi di provare in questo momento a essere grato perché sei vivo, saresti capace di farlo?

Essere grati non appartiene alla dimensione del fare ma dall’essere. La gratitudine è uno stato, non un’azione. Non puoi fare la gratitudine. Puoi essere grato, puoi entrare in uno stato di gratitudine. La gratitudine è una qualità femminile, è accoglienza, è lasciare entrare in sé ciò che è.

Come tutti gli stati, richiede un certo allenamento per potere essere raggiunto e mantenuto. Ognuno di noi ha il suo personale modo di percepire e il suo modo di intervenire al suo interno. Se non hai pratica di questo genere di lavori, prova semplice a ripetere continuativamente, anche solo tra te e te, la parola «grazie»… e vedi l’effetto che fa.