Quando si parla di Costellazioni familiari le domande diventano qualcosa di spontaneo, specie per chi non le conosce. Raccogliamo in questa sezione le domande più comuni in merito e siamo a disposizione per rispondere alle tue domande che non trovano risposta in questa pagina.
Le Costellazioni familiari sono attinenti con l’astrologia?
No, anche se il nome può ingannare. Il termine “costellazione” richiama l’intreccio di legami e connessioni che unisce, per esempio, le persone di una famiglia e, più in generale, tutti gli elementi di un sistema.
Su che principio si fondano le Costellazioni familiari?
Siamo tutti interconnessi. Tra di noi esistono legami inconsapevoli che trascendono lo spazio e il tempo e che possono condizionarci. Durante una rappresentazione ci si connette a uno spazio informato e superiore che definiamo “Campo” e che permette di esplorare queste interconnessioni per capire qual è l’origine sistemica di un particolare tema.
Le Costellazioni familiari sono scientifiche?
No, secondo l’accezione canonica del termine. Benché nate in ambito clinico e terapeutico, si sono evolute e oggi è più corretto considerarle come un approccio spirituale. Bert Hellinger, colui che ha approfondito e coltivato il metodo, non ha mai sentito il bisogno di dare una spiegazione scientifica. Un tentativo in questo senso è stato portato avanti dal biologo Rupert Sheldrake, il quale ha approfondito quello che noi definiamo “Campo”.
Le Costellazioni familiari sono religiose?
No. Le Costellazioni familiari esplorano la realtà da un punto di vista spirituale che non si declina in una nessuna religione particolare.
Le Costellazioni familiari sono riservate agli psicologi?
No. Si tratta di un lavoro spirituale che, per la sua versatilità, può essere efficacemente impiegato anche professionisti sanitari di mentalità aperta, come medici, psichiatri e psicologi. È responsabilità del Costellatore operare su un piano consono alle sue abilitazioni professionali. Noi proponiamo le Costellazioni familiari come un lavoro spirituale.
Posso risolvere il mio problema con una Costellazione familiare?
Noi non proponiamo le Costellazioni familiari come uno strumento per risolvere problemi, anche se questo è ovviamente un risultato desiderabile e assai frequente. È importante capire che si tratta di un lavoro spirituale e non di una tecnica terapeutica o di problem solving; questo significa che l’approccio di chi sceglie di costellare con noi dovrebbe essere quello di chi, umilmente, decide di aprirsi a ciò che è, accettando ciò che Forze superiori sono pronte a mostrargli. Sono le Forze che agiscono per il nostro bene, se il nostro intento è puro; non siamo certo noi a dirigere le Forze per risolvere i nostri problemi.
Quando si lavora su un tema, ci si apre ad esplorare tutto ciò che sta dietro a quel tema. A volte è solo questione di acquisire una nuova consapevolezza o di fare una scelta; a volte si svela un intreccio di dinamiche che richiedono un maggiore impegno.
Certamente si arriva a risolvere le proprie difficoltà, ma questo risultato dovrebbe essere considerato una conseguenza di un altro tipo di approccio: l’approccio di chi è pronto a mettersi in discussione con forza e umiltà allo stesso tempo, aperto ad accogliere ciò che il Campo è disponibile a mostrare.
Nella nostra esperienza, chi si pone con questa umiltà porta grande gioia e guarigione nella propria vita, anche in tempi brevi.
Ho sentito dire che le Costellazioni familiari sono pericolose. È vero?
La Costellazione, di per sé, non è altro che aprirsi con accoglienza ed umiltà a ciò che il Campo può mostrare. Quando il lavoro viene svolto in maniera pulita, ovvero essenziale così come l’ha concepito Bert Hellinger, con amore e spirito di servizio, nulla può accadere.
Certamente, alcuni elementi possono incidere:
- persone sotto l’effetto di sostanze psicotrope non dovrebbero mai partecipare a un lavoro costellativo se non dietro sorveglianza medica;
- persone traumatizzate o con altri disagi marcati dovrebbero prediligere un approccio psicoterapeutico, a meno che la Costellazione non sia condotta da uno psicoterapeuta;
- persone che scelgono di costellare come ultima spiaggia, o altrimenti in preda alla disperazione, non dovrebbero costellare affatto, poiché questo atteggiamento inquinerebbe il lavoro.
Oltre a tutto ciò, incidono ovviamente la centratura, la professionalità e l’etica del Costellatore. Rispetto a questo tema non c’è alcuna garanzia aprioristica di sorta, come del resto per qualunque altro professionista.
Nella nostra esperienza non si registrano episodi di “danni” derivanti da Costellazioni.
Su che tipo di temi si può lavorare con le Costellazioni familiari?
Poiché tutto è relazione, su qualunque tema. Qualunque difficoltà, sia essa relazionale, emozionale, professionale, spirituale, etc. può essere vista dalla prospettiva spirituale delle Costellazioni familiari.
I requisiti di un tema sono molto semplici:
- deve riguardare te e non un’altra persona. Se ti preme la difficoltà che riguarda qualcun altro, per esempio un figlio o il partner, puoi scegliere di lavorare su te in relazione all’altra persona. Lavorare su un’altra persona sarebbe manipolatorio e noi non assecondiamo questa impostazione;
- deve riguardare fatti e non opinioni. Per esempio, dire che «Il mio capo mi odia e voglio risolvere questa situazione.» non è un tema accettabile. Viceversa, dire «Nell’azienda in cui lavoro continuo a ricevere lettere di richiamo per fatti che non commetto e questo mi fa provare rabbia e un forte senso di ingiustizia. Vorrei comprendere il motivo per cui sto vivendo questa situazione.» riguarda sé e fatti oggettivi.
È uguale partecipare a una Costellazione familiare con un professionista piuttosto che con un altro?
No, per diversi motivi. Come per qualunque disciplina, anche nell’ambito delle Costellazioni familiari è importante che ci sia una comunione di vedute e una grande affinità tra chi sceglie di condividere aspetti così intimi e importanti. Inoltre, Bert Hellinger non ha mai voluto «codificare» le Costellazioni familiari , ritenendole un dono divino. Questo ha fatto sì che si sviluppassero diversi modi di intendere e praticare le Costellazioni familiari. All’interno dello stesso lavoro di Hellinger, del resto, si può osservare un netta evoluzione tra le prime Costellazioni familiari e le ultime che, non a caso, hanno cambiato nome in Costellazioni spirituali.
Che differenza c’è tra le Costellazioni familiari secondo il metodo Hellinger e quelle sciamaniche, quantiche, integrali, olistiche, tribali, etc.?
Bert Hellinger considerava le Costellazioni familiari un dono divino. Per questo motivo, ha scelto intenzionalmente di non depositarle coma una tecnica codificata e strutturata ma, al contrario, di condividerle e lasciarle libere di esprimersi.
Noi condividiamo completamente questa visione. Le Costellazioni familiari non sono una tecnica da imparare, quanto piuttosto una filosofia di vita, un modo nuovo e allo stesso tempo antico di rapportarsi con l’esistenza. Le Costellazioni ci riportano all’interno e in contatto col Divino, in direzione dell’Accettazione e dell’Amore.
Chiunque comprenda la profonda dimensione spirituale delle Costellazioni familiari e operi per puro spirito di servizio, consapevole che, se lasciate libere di agire, sono Forze ben superiori a quelle del Costellatore a guarire, a sentir nostro si troverà perfettamente allineato e in pace con l’impostazione di Hellinger.
Certamente esistono però tanti altri modi di vivere le Costellazioni familiari dove il ruolo del Costellatore può avere un’incidenza maggiore, tanto da scegliere di integrarle solitamente con tecniche mutuate da altre discipline, come il counseling, tecniche psicoterapeutiche o olistiche. La grossa differenza, per quello che riguarda ciò che abbiamo potuto osservare noi direttamente, è costituita dal fatto che in queste declinazioni le Costellazioni vengono impiegate maggiormente con finalità esplorative, delegando le azioni risolutive, di fatto, ad altre tecniche. Per usare un parallelismo clinico, si potrebbe dire che le Costellazioni vengono impiegate solo per la diagnosi e non per la terapia.
Naturalmente è impossibile generalizzare, ma volendo dare una risposta di massima, questa è la nostra esperienza rispetto a ciò che abbiamo potuto osservare direttamente.
Si tratta, fondamentalmente, di due visioni molto distinte. Nel caso delle Costellazioni familiari, se condotte in maniera centrata così come indicato da Hellinger, il ruolo del Costellatore è minimale poiché l’obiettivo ultimo è dare spazio al Campo affinché le sue Forze possano agire per il nostro bene superiore. Nessuna “tecnica”, dunque.
Quando queste Forze vengono eluse, limitate o convogliate da tecniche inventate dall’uomo, si tratta di un lavoro molto diverso che, ovviamente, può avere un suo senso, ma che ha poco in comune con la visione spirituale delle Costellazioni familiari.
Qual è il vostro modo di vivere le Costellazioni familiari?
Come Hellinger, anche noi consideriamo le Costellazioni familiari un dono divino. Sappiamo che esistono Forze maggiori che disciplinano la nostra vita e lo svolgimento delle Costellazioni familiari: per questo motivo, facciamo di tutto per metterci da parte e far sì che queste Forze siano libere di agire.
Ci inchiniamo al Campo e cerchiamo di essere un canale il più pulito possibile, con l’unico obiettivo di sostenere i partecipanti nel loro lavoro personale. Non siamo noi a guarire, né in alcun modo pensiamo di poter direzionare queste Forze. Noi sosteniamo i partecipanti nel loro rapportarsi con queste Forze per acquisire una maggiore consapevolezza e sciogliere i propri “nodi”. Sono i partecipanti che scelgono di mettersi in gioco e di aprirsi a queste Forze: il nostro unico compito è agevolargli questa esperienza.
Cosa si intende per «spirituali»? C‘entrano lo spiritismo o l’occultismo?
No. Le Costellazioni si definiscono «spirituali» nella misura in cui lascia spazio al movimento della nostra parte più autentica – quella spirituale, appunto. Noi non siamo la somma dei nostri pensieri e delle nostre credenze. Siamo qualcosa di molto più grande, anche se normalmente, nel nostro quotidiano, ce ne dimentichiamo, lasciando il timone della nostra nave interiore in mano alla nostra mente.
Siamo nella spiritualità quando siamo in contatto con la nostra parte più autentica, quella connessa col «Tutto», col Divino -qualunque nome gli attribuiamo-, quella in totale accettazione della Vita e delle sue dinamiche.
Questa dimensione è sempre accessibile in noi, ma capita spesso che non siamo allenati a percepirla; la rappresentazione costellativa ci permette di fare un’esperienza tridimensionale di questa dimensione, consentendoci di vedere coi nostri corpi, ma soprattutto di sentire al nostro interno ciò che è Vero.
Si tratta dunque di riscoprire il nostro posto di «piccoli» rispetto al Divino e di lasciarlo agire con umiltà. L’unico requisito è la purezza del proprio intento, il quale deve portare necessariamente con sé al tempo stesso forza ed umiltà.
Nello spiritismo, così come nell’occultismo in generale, non c’è questo stesso equilibrio laddove, tendenzialmente, ci si connette ad entità diverse e con l’interno di volgerle al proprio servizio per finalità egoiche.
Com’è possibile che i rappresentanti nelle Costellazioni familiari possano avere veramente sensazioni connesse a persone che non conoscono?
Questa connessione, questa capacità percettiva, è stata riscontrata da tutti i terapeuti che hanno lavorato con le Sculture Familiari e con la terapia familiare in genere. A suo tempo, questi non hanno ritenuto necessario indagarne l’origine. Bert Hellinger, al contrario, ha scelto di intraprendere questo sentiero e di esplorarlo fino in fondo, riscontrando anche lui ciò che già altri avevano intuito: siamo tutti connessi e siamo molto più del nostro corpo e dei nostri pensieri.
Non è affatto una novità. Senza citare culture millenarie -come anche lo stesso Cristianesimo originale-, o le recenti scoperte della fisica quantistica, questo concetto è stato intuito e ripetuto anche in tempi contemporanei da esponenti di spicco della scienza Occidentale (psicologi e non), come per esempio Albert Einstein, Bruce Lipton, Carl Gustav Jung, Aldous Leonard Huxley, William James, Abraham Harold Maslow, Roberto Assagioli, Pierre Weil, Stanislav Grof, Ken Wilber, Viktor Emil Frankl, Carl Ransom Rogers, Fritz Perls, e la lista potrebbe continuare ancora molto.
Dunque, quello che accade durante una rappresentazione è semplicemente il risultato della scelta di non ascoltare la mente e di assecondare ciò che arriva in maniera intuitiva. Sarà il Campo a farci arrivare le intuizioni connesse a ciò che stiamo rappresentando.
Si tratta di una sensazione paragonabile a quando si ha un’intuizione o si ha la sensazione di aver già vissuto un momento: non è un pensiero razionale, ma qualcosa di più intuitivo che ogni essere umano, per sua natura, può provare.
Chi può condurre una Costellazione?
Per condurre una Costellazione è necessaria una formazione specifica. La semplice esperienza con le Costellazioni, per quanto arricchente, non è sufficiente. Il Costellatore, oltre a conoscere la teoria, deve anche fare un profondo lavoro interiore per imparare a separare il suo da quello degli altri e per riconoscere ciò che arriva dal Campo e ciò che invece arriva da altre fonti. C’è una grossa differenza tra quello che è il proprio cammino di crescita e la responsabilità di facilitare quello degli altri.
Noi abbiamo una Scuola di Costellazioni Familiari e Sistemiche pensata proprio per questo. Esistono naturalmente anche altre scuole che possono avere impostazioni anche molto diverse, non essendo state le Costellazioni codificate in un metodo chiuso.
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